4. Litugia Penitenziale

CELEBRAZIONE PENITENZIALE

Ecco: io faccio nuove tutte le cose (Apoc. 2, 5)

INTRODUZIONE

« La percezione delle divisioni esteriori e della più fondamentale divisione nel proprio cuore, spinge l’uomo continuamente a cercare la radice ultima dalla quale derivano tutte queste tensioni: e arrivare alla radice ultima è una necessità per chi intende scegliere la strada vera per migliorare la situazione di ingiustizia che avvelena l’uomo e il mondo. Chi si lascerà guidare dalla Parola di Dio, non tarderà a riconoscere nel peccato la radice più profonda dei molti mali che affliggono l’uomo: non dunque un male qualsiasi, di natura psicologica o sociale, ma il peccato, ossia un male che l’uomo liberamente compie davanti a Dio, rifiutando il Suo amore (…). La divisione che raggiunge il mondo esprime così — quale segno inquietante — e porta a com pimento — quale frutto amaro — quella ulteriore divisione che il peccato introduce nell’uomo, rendendolo un essere alienato: alienato da Dio e perciò da se stesso e dal Creato (…).
Dio non abbandona l’uomo alla sua condizione di peccatore, ma lo riporta alla Sua comunione. Questa «buona notizia» risuona subito fin dall’origine (…). La venuta di Gesù si inscrive dentro l’azione riconciliatrice di Dio (…). Quest’opera di riconciliazione ha la sua sorgente nel fatto stesso dell’unione del Verbo di Dio con l’umanità assunta dalla Vergine e raggiunge il suo vertice nel mistero pasquale della morte e risurrezione di Cristo. Dalla morte e risurrezione di Cristo scaturisce la creatura nuova, ossia l’uomo nuovo, la comunità umana nuova.
Così la persona umana è ricondotta alla sua verità più profonda ed è resa capace di viverne le esigenze in una autentica libertà. Infatti, riconciliato con Dio, l’uomo non è più disgregato e diviso in se stesso, ma ritrova la sua unità interiore e la sua vera libertà, che lo rende capace di un servizio responsabile a Dio e ai fratelli ».

(Sinodo dei Vescovi: Riconciliazione e penitenza)

Canto: IL FIGLIOL PRODIGO

Un uomo aveva due figli. Un giorno uno di essi gli chiese: « Padre, dammi la parte di beni che mi spetta », e avutala se ne andò in un paese lontano dove in breve tempo dissipò le sue sostanze. Sopravvenne poi in quel paese una grande carestia, ed egli diventato guardiano di porci era costretto per sfamarsi a mangiare il cibo di quegli animali. Allora rientrò in sè e pensò: « Quanti mercenari nella casa di mio padre hanno pane in abbondanza. E io qui, muoio di fame ».

Ritornerò alla casa del padre mio e poi gli chiederò perdono perché ho sbagliato: Padre no, non sono degno di restare qui ma tienimi con te qui con te.

Ma il Padre che lo vide arrivare gli corse incontro; egli si gettò ai suoi piedi e gli disse: « Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non son più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma egli lo fece alzare, e chiamati i servi gli fece indossare una veste bianca e gli mise un anello al dito e poi disse: « Si faccia festa, perché questo mio figlio era morto ed è stato ritrovato, si era perduto ed è ritornato alla casa del Padre ». Ma il Padre che da lontano lo vide si alzò e poi gli corse incontro ed a lungo lo abbracciò: Si faccia festa perché questo figlio che era perduto è tornato qui.

SALUTO

sac. – Grazia, misericordia e pace a voi da Dio nostro Padre e da Gesù suo Figlio nostro Signore.

tutti – Amen.

sac. – Fratelli, Dio ci chiama ancora una volta alla conversione: preghiamo per ottenere la grazia di una vita nuova in Cristo Signore. Padre di misericordia e Dio di ogni consolazione, che non vuoi la morte ma la conversione dei tuoi figli, soccorri il tuo popolo perché torni a Te e viva. Donaci di ascoltare la tua voce e di confessare i nostri peccati; fa’ che riconoscenti per il tuo perdono testimoniamo la tua verità e impariamo ad essere come il tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli. tutti – Amen.

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA

Lettura

L’egoismo e la superbia erigono nel nostro cuore un sogno di potenza e di successo: l’uomo si compiace di se stesso e si fa idolo nei suoi progetti. Ma il disegno di Dio stronca questo grande albero. Ne lascia il ceppo con le sue radici e lo lega alla sua origine, alla sua appartenenza.
Su questo ceppo germoglerà la vita nuova, quando l’uomo avrà riconosciuto la tua totale dipendenza da Dio.

Daniele 4, 1-3. 7-13. 31-32

Io, Nabucodònosor, me ne stavo tranquillo nel mio palazzo e felice nella mia reggia, quando ebbi un sogno che mi spaventò e i pensieri venutimi mentre ero nel mio letto e le visioni passate nel mio spirito mi lasciarono turbato. Allora io emanai un ordine che mi fossero condotti tutti i sapienti di Babilonia, perché mi dessero la spiegazione del mio sogno.
Così era la visione del mio spirito sul mio letto: io guardavo, ed ecco un albero altissimo in mezzo alla terra. L’albero divenne grande e robusto: la sua altezza toccava il cielo e si poteva vedere dall’estremità di tutta la terra. Il suo fogliame era bello, i suoi frutti abbondanti, e in lui ognuno trovava il suo cibo; alla sua ombra si riparavano le bestie dei campi, tra i suoi rami nidificavano gli uccelli del cielo, e da lui riceveva nutrimento ogni essere vivente.

Io stavo contemplando le visioni che mi passavano per la mente nel mio letto quand’ecco scendere dal cielo un Vigilante, un Santo, il quale gridò con forza e disse: “Abbattete l’albero e tagliate i suoi rami, togliete i suoi rami e gettate via i suoi frutti; si allontanino le bestie dalla sua ombra e gli uccelli dai suoi rami. Tuttavia il ceppo e le sue radici lasciateli nella terra; sia legato con catene di ferro e di bronzo in mezzo all’erba dei campi. Scenda su di lui la rugiada del cielo, e l’erba dei suolo sia suo pascolo con le bestie della terra. Gli si cambi il cuore di uomo e gli si dia un cuore di bestia e sette tempi trascorreranno su di lui”.
Ma trascorso quel tempo io, Nabucodònosor, levai i miei occhi al cielo: allora mi ritornò la ragione, e benedissi l’Altissimo, lodai e glorificai il Vivente in eterno, il cui regno è un regno che dura in eterno, e il cui dominio dura di generazione in generazione. Davanti a lui tutti gli abitanti della terra non sono che un nulla, e secondo il suo beneplacito, agisce colle milizie celesti e con quanti abitano la terra. Non c’è nessuno che valga ad arrestare la sua potenza, o possa dirgli: “Che cosa fai?”.

Cantico

Riconciliato con Dio l’uomo riscopre l’armonia del creato: riscopre in Dio quella unità profonda che lega ogni creatura nella lode del Padre. Daniele 3, 57-88

Benedite, opere tutte del Signore, il Signore lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, angeli del Signore, il Signore benedite, cieli, il Signore.

Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore

benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.

Benedite, sole e luna, il Signore,

benedite, stelle del cielo, il Signore.

Benedite, piogge e rugiade, il Signore

benedite, venti tutti, il Signore.

Benedite, fuoco e calore, il Signore

benedite, freddo e caldo, il Signore.

Benedite, rugiada e brina, il Signore,

benedite, gelo e freddo, il Signore.

Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,

benedite, notti e giorni, il Signore.

Benedite, luce e tenebre, il Signore

benedite, folgori e nubi, il Signore,

lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, monti e colline, il Signore,

benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il

Signore. Benedite, sorgenti, il Signore benedite, mari e fiumi, il Signore.

Benedite, móstri marini e quanto si muove nell’acqua, il Signore,

benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore.

Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,

benedite, figli dell’uomo, il Signore.

Benedica Israele il Signore,

lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,

benedite, servi del Signore, il Signore.

Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,

benedite, pii ed umili di cuore, il Signore.

Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore

lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Orazione

sac. – Padre buono, noi ci siamo riuniti alla Tua presenza per ascoltare la Parola del Tuo Figlio Gesù. Tu l’hai mandato nel mondo per salvarci e per indicarci la via che conduce a Te. Donaci la grazia di seguire il Figlio Tuo e di non allontanarci mai dal Tuo amore. Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Salvatore. tutti – Amen.

RICONCILIAZIONE PERSONALE Canti e letture.

CONCLUSIONE

sac. – Dio onnipotente e misericordioso, che in modo mirabile hai creato l’uomo e in modo più mirabile l’hai redento, Tu non abbandoni chi sbaglia, ma lo cerchi con amore di Padre. Nella Passione del Tuo Figlio, hai vinto il peccato e la morte e nella Resurrezione ci hai ridato la vita e la gioia.

tutti – Tu hai effuso nei nostri cuori lo Spirito Santo per farci Tuoi figli ed eredi; Tu sempre ci rinnovi con i sacramenti di salvezza perché diventiamo sempre più come il Tuo Figlio. Noi Ti lodiamo e Ti benediciamo, Signore, in comunione con tutta la Chiesa, per queste meraviglie della Tua misericordia, e con la parola, il cuore e le opere, inrialziamo a Te un canto nuovo.

A Te gloria, o Padre, per Cristo, nello Spirito Santo, ora e nei secoli eterni. Amen.

Canto.

Lascia un commento